1.Il cittadino straniero è prima di tutto una persona dotato di diritti fondamentali. Il diritto alla mobilità deve essere garantito come altri diritti inalienabili.
2. Il fenomeno migratorio è un fenomeno sociale e va gestito politicamente, gli enti di riferimento devono essere gli Enti Locali e non le Questure, a cominciare da tutte le pratiche burocratiche che riguardano i cittadini immigrati.
3.La pratica dei decreti flussi attuali è cervellotica e centralistica come appare quanto meno fantasioso il meccanismo di assunzione attraverso le ambasciate. Occorre prevedere diverse forme di ingresso in Italia, per diversi motivi, al di là del meccanismo dei flussi per le diverse tipologie di lavoro, flussi che devono essere definiti a livello quanto meno regionale con il coinvolgimento delle Province, delle parti sociali, delle associazioni , e comunque in modo aperto e rivedibile.
4.Introduzione del sistema degli ingressi per ricerca lavoro con gli sponsor pubblici, privati e anche con forme di autosponsorizzazione.
5.Abrogazione dell’istituto del contratto di soggiorno che lega in modo schiavistico il lavoratore al suo datore di lavoro e previsione invece di forme di regolarizzazione ex post, in base ad effettivi inserimenti lavorativi e sociali.
6.Agibilità dell’art. 18 anche per chi denuncia il supersfruttamento del lavoro nero con conseguente regolarizzazione del lavoratore denunciante, così da porre un argine ad una piaga sociale che rappresenta un grave attentato ai diritti del lavoro e all’intero sistema economico e sociale del paese.
7.Chiusura dei CPT rivelatisi strumenti giuridici incivili e contenitori di disumanità. Le risorse oggi lì impiegate vanno utilizzate per i centri di prima accoglienza e in accordo con Regioni e Province, per un piano di alloggi a prezzi di affitto calmierati ( non più del 20% del salario ) per lavoratori italiani e stranieri a basso reddito, promuovendo anche strutture come le Fondazioni Casa o similari. ( vedi allegato )
8.Conversione dei permessi di soggiorno per motivi familiari, per turismo, per studio, per cure mediche e altro in permessi per motivi di lavoro. Permesso di soggiorno ai minori che diventano maggiorenni per studio o lavoro.
9.Diritto di voto alle elezioni locali dopo cinque anni di permanenza in Italia. Diritto di voto a livello regionale e nazionale.
10. Allungamento della durata dei permessi di soggiorno, eliminazione di ogni automatismo che implichi perdita del permesso di soggiorno, ampia possibilità di revoca delle espulsioni per irregolarità amministrative.
11.Diritto alla cittadinanza in tempi brevi e dopo cinque anni, ius soli ( cittadinanza per chi nasce in Italia) e legge organica sull’asilo.
12. Completa parità di diritti in tema di assunzioni nel pubblico impiego, previdenza , ecc.. Equipollenza dei titoli di studio.
13.Possibilità per il migrante titolare di un permesso di soggiorno rilasciato da uno dei paesi membri della CEE di lavorare in ogni paese membro.
A cura della Rete lucchese delle Associazioni e dei Sindacati per i diritti dei migranti
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